L’itinerario di oggi ci porta nella Sardegna sud occidentale alla scoperta dell’Isola di San Pietro e del borgo di Carloforte.

L’Isola di San Pietro è frequentata dall’uomo fin dall’antichità. Fenici, Greci e antichi Romani hanno lasciato sull’isola le tracce del loro passaggio, specialmente tombe. La conformazione di queste ultime ricorda i ruderi ancora visibili nella contigua Isola di Sant’Antioco e nella costa sarda del Sulcis.

A partire dal 1738, sull’Isola di San Pietro, che allora era momentaneamente disabitata, giunse una popolazione di lingua ed origini liguri provenienti da Tabarca, una piccola isola tunisina dove, nel 1542, erano sbarcate circa trecento famiglie provenienti da Pegli e dintorni su invito dei Lomellini, una nobile famiglia genovese, che era riuscita ad ottenere in concessione dall’imperatore Carlo V quel piccolo territorio sardo allo scopo di praticarvi attività commerciali e la pesca del corallo.

La fondazione della città di Carloforte, il 17 marzo del 1861, fu dedicata al re Carlo Emanuele III di Savoia, promotore della colonizzazione; il nome dell’Isola è invece più antico e fu scelto con riferimento alla devozione della popolazione verso San Pietro il quale, secondo una leggenda, vi approdò nel 46 d.C.

Carloforte, tuttora strettamente connessa per tradizioni e storia con Pegli e Genova, è l’unico centro abitato dell’Isola di San Pietro, con circa seimila abitanti. Nel borgo si inerpicano viuzze e vicoli che salgono su un lieve pendio, con scorci colorati e vedute sul mare, con il porticciolo e le antiche fortificazioni difensive di cui restano torri d’avvistamento e tratti di mura con fortini e la Porta del Leone.

Dal mare proviene la principale ricchezza e la fama di quest’isola legata alla Tonnara San Pietro, ai bordi del paese: antichissima e ancora molto attiva nel Mediterraneo, ogni anno a maggio qui si ripete il macabro rito della mattanza, in concomitanza con il passaggio dei tonni dall’Oceano al Mediterraneo per riprodursi e depositare le uova. Si tratta di riti antichi, francamente impressionanti, ma altrettanto francamente bisogna dire che la bottarga e i filetti di tonno da mangiare anche crudo sono prelibatezze insuperabili.

A poche centinaia di metri dal centro abitato si trovano le saline ormai abbandonate, divenute habitat naturale di specie di uccelli acquatici che rendono questo luogo meta preferita dagli appassionati del birdwatching. Su una scogliera a picco sul mare sorge tra l’altro l’Oasi della LIPU dove ogni estate centinaia di esemplari di Falco Eleonorae si fermano a nidificare, dopo un viaggio estenuante iniziato nel Madagascar dove, invece, trascorrono l’inverno.

Nel sito internet Carloforte Turismo, a proposito delle saline, si legge qualcosa che preannuncia scenari magici e suggestivi:

Il canale che delimita la grande area delle saline fu costruito alla fine dell’Ottocento a protezione dalle alluvioni e per facilitare il trasporto del sale. Chi si avventuri lungo il camminamento che lo costeggia vedrà in alcuni periodi dell’anno le vasche con la maggiore concentrazione salina colorarsi di rosa. Responsabile del fenomeno è una microalga, la Dunaliella Salina, che regala i propri pigmenti a una pianta, l’Artemia Salina, la quale, a sua volta, li regala alle ali dei fenicotteri, che muovono eleganti il passo e si specchiano nelle acque ferme delle grandi vasche. È come se nel suo diffondersi nell’ambiente, e poi nel trasferirsi dal regno vegetale a quello animale, il colore rendesse esplicita la complessità delle relazioni delicatissime che legano ogni elemento all’altro nell’ambiente fragilissimo di cui fanno parte.

Nella parte interna dell’isola, tra vigneti e ampi spazi dove cresce rigogliosa la macchia mediterranea, vale la pena visitare la Regione del Becco, una vecchia zona mineraria affacciata a strapiombo sul golfo. Le poche abitazioni che componevano il villaggio si affacciano sulle scogliere selvagge della parte occidentale dell’Isola di San Pietro. Si può ammirare tuttora la villa del responsabile della miniera, i ruderi di un vecchio camerone e un vecchio imbocco della miniera. In lontananza, sulla riva, si intravedono i silos dove veniva accumulato il carbone prima di essere portato altrove grazie all’impiego di natanti.

Itinerario

L’Isola di San Pietro si trova nella Provincia di Cabonia Iglesias. Per raggiungerla occorre prendere un traghetto da Portovesme o da Calasetta. La durata della navigazione si aggira intorno ai 30 – 40 minuti. Per gli orari occorre consultare il sito della compagnia Delcomar, verificando la disponibilità delle corse a seconda della stagione.

Portovesme e Calasetta distano circa 80 km da Cagliari.

Da non perdere

Da non perdere una visita al Museo Civico di Carloforte, ospitato nel fortino di Carlo Emanuele III, edificato nel 1738.

Il museo è unico nel suo genere, in quanto permette al visitatore di conoscere la storia della colonizzazione dell’Isola di San Pietro.
I pezzi più importanti della collezione, oltre al modello di tonnara, sono una raccolta di documenti storici quali lo schizzo dell’Isola di San Pietro tracciato da Agostino Tagliafico, la pianta del primo nucleo urbano di Carloforte tracciata dall’ingegnere Augusto De La Vallé e la copia del giuramento di fedeltà prestato nella chiesa di Portoscuso il 24 maggio 1738.

Passeggiando tra le vie del borgo di Castelforte si incontrano u Palassiu di inizio Novecento, oggi cineteatro Giuseppe Cavallera e la chiesa della Madonna dello Schiavo, che accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede e unione solidale della comunità. Molto sentita anche la devozione per San Pietro, protettore di corallari e tonnarotti, festeggiato solennemente il 29 giugno. Sul lungomare si incontra il monumento dedicato nel 1786 a Carlo Emanuele III: un gruppo marmoreo di tre statue con al centro il sovrano.

Nella località denominata Spalmadureddu c’è la torre San Vittorio: da avamposto difensivo fu convertito nel 1898 a osservatorio astronomico ed oggi racchiude il Museo Multimediale del Mare.

In particolare

Grazie all’App Trekking San Pietro realizzata dal Comune di Carloforte è possibile scoprire i percorsi di trekking disseminati per tutta l’isola. Questa applicazione, scaricabile gratuitamente da Appstore e GooglePlay è pensata per guidare nel modo più semplice gli amanti del mare alla scoperta di spiagge e insenature, itinerari suggestivi e siti di maggiore interesse geologico presenti nel territorio di Carloforte.

Oltre a passeggiare alla scoperta dell’Isola, un’esperienza altrettanto imperdibile è quella della cucina carlofortina. In particolare, fra maggio e giugno, si tiene il Girotonno: un evento gastronomico internazionale, che esalta le specialità a base di tonno con competizioni culinarie e live cooking.

Il 25 aprile si tiene invece la pittoresca Sagra del cus cus tabarkino.

Il clima mite anche d’inverno rende l’Isola di San Pietro ideale per una vacanza in ogni stagione dell’anno. Gli amanti del mare, qui, trovano una costa ricca di insenature e spiaggette. A nord si trova la romantica Cala Vinagra, a nord-ovest il fiordo che si chiude con l’incantevole Cala Fico, a ovest il promontorio di Capo Sandalo dominato dal faro ottocentesco più occidentale d’Italia, a sud la scenografica spiaggia La Bobba, le scogliere a strapiombo della Conca e Le Colonne: due faraglioni emergenti dall’acqua, simbolo di Carloforte.

Link e indirizzi utili

Carloforte Turismo

SardegnaTojours.it

CarloforteSolutions

Girotonno

sagra del cus cus tabarkino

Oasi LIPU Carloforte

CREDITI

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